• Giovanna Benzi: “Non solo nuvole”

    On: 24 Maggio 2018
    In: Mostre, Senza categoria
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    COMUNICATO STAMPA

    DAL 25 MAGGIO AL 3 GIUGNO  NELLA CASA FAMIGLIA DI CORMANO LA MOSTRA “NON SOLO NUVOLE”

    I QUADRI DI GIOVANNA BENZI SPUNTO PER UNA INTERESSANTE LEZIONE DI METEOROLOGIA

    Un’ iniziativa che si colloca all’interno delle numerose attività a favore degli anziani ospiti della Casa

    “Una nuvola non sa perché si muove in una certa direzione e a una certa velocità. Segue un impulso, è lì che deve andare. Ma il cielo conosce le ragioni e gli schemi al di là delle nuvole e anche tu li conoscerai, quando ti librerai abbastanza in alto per vedere l’orizzonte”. Sta forse in questa frase di Richard Bach e del suo celebre gabbiano Jonathan Livingstone tutta l’essenza della mostra della pittrice Giovanna Benzi “Non solo nuvole”, allestita da 25 Maggio al 3 Giugno presso la Casa Famiglia di Cormano in via Mazzini 23 a cura dell’organizzazione artistica Friarte-Roma, del critico d’arte Pasquale Lettieri e a cui ha collaborato anche il Circolo Culturale “Angeli Scalzi”di Arconate presieduto da Marinella Restelli, che annovera tra i suoi prestigiosi componenti anche il sen. Mario Mantovani che sarà presente all’evento.

    40 le opere in mostra dell’artista, che vive e opera a Cesena, ma che è nata a Milano, in cui esprime il suo messaggio pittorico e poetico appunto solo attraverso nuvole di ogni tipo e forma.

    Nuvole che rivestono un significato assolutamente metaforico della precarietà della vita, ma anche della bellezza e del fascino della natura, al di là dell’indiscutibile valore della tecnica. “Nuvole che sono sotto i nostri occhi, metafora e speculum dell’esistenza umana; esse lambiscono i nostri sensi, con tanta soffice delicatezza, così diversa dalle violenze a cui siamo antropologicamente abituati, che rischiano di passare inavvertite, mentre sconvolgono e continuano a sconvolgere i più consolidati parametri su cui si fondano i nostri paradigmi conoscitivi” come afferma il prof.Pasquale Lettieri che guiderà i presenti attraverso i significati artistici e metaforici delle opere.

    Una mostra affascinante a livello artistico, che si inquadra nelle molteplici attività che la Casa Famiglia propone ai suoi ospiti per sentirsi sempre a contatto con la Vita, ma che sarà arricchita anche da una riflessione scientifica. La prof.Francesca Duca, infatti, docente di Scienze della Terra presso il liceo Quasimodo di Magenta, prenderà spunto dai quadri per spiegare ai presenti qualche nozione di meteorologia. Un modo per imparare a guardare il cielo non solo con animo artistico e poetico, ma anche analizzandone i segnali climatici tra i più evidenti, le nuvole appunto.  Il pomeriggio sarà accompagnata dalle note della violinista Miranda Ferra.

    CENNI SULL’ARTISTA

    Giovanna Benzi è nata a Milano, vive e lavora a Cesena dai primi anni ’90. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha insegnato educazione artistica nelle scuole medie. Ha alle spalle importanti esperienze anche in campo grafico e di Design. Ha lavorato a Milano con gli architetti Alessandro Mendini, Michele De Lucchi, Ettore Sottsass nello studio “Alchimia” e ha all’attivo diverse collaborazioni editoriali. Si è occupata di disegno anatomico e scientifico per le case editrici: Fratelli Fabbri Editori, Edifarm, Corriere della Sera e Domenica del Corriere. Da una quindicina di anni ha ripreso a dipingere acquerelli e oli. Ha realizzato mostre personali e ha partecipato a rassegne collettive in varie città d’Italia. Recentemente, per la realizzazione di proprie mostre, ha collaborato con le Amministrazioni Comunali di Bagno di Romagna (Palazzo del Capitano), di Cervia (Biblioteca Comunale) e dell’AUSL Romagna (Ospedale di Cesena).

     

    Mostra personale di GIOVANNA BENZI: “NON SOLO NUVOLE”

    Casa Famiglia di Cormano, via Mazzini 23

    Dal 25 maggio al 3 Giugno 2018

    Inaugurazione Venerdì 25 Maggio, ore 16.00

    Per maggiori informazioni: Elena Di Caro 3486128602

     

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  • Giovanna Benzi: ”Non solo nuvole”

    On: 11 Aprile 2018
    In: Mostre, News
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    Dopo la mostra monumentale del maestro Ugo Nespolo, un altro importante evento impreziosisce gli immacolati saloni del Palazzo Clerici a Cuggiono, in esposizione circa quaranta tele che ci introducono alla complessità espressiva della pittrice Giovanna Benzi, con la sua personale dal titolo “Non solo nuvole”.

    Pablo Picasso diceva “Anche una rosa se ben dipinta può essere rivoluzionaria”.  E io mi chiedo: “E se fossero nuvole”? La risposta ce la dà l’artista di origini milanesi Giovanna Benzi, che ha fatto delle nuvole il motivo unico della sua rappresentazione pittorica. Opere concettuali o iperreali? Io direi poesia di amore e libertà. Ed ha creato con esse un rapporto empatico, di interscambio sentimentale, rivoluzionario nella sua essenzialità. Una rivoluzione, intesa come accelerazione del tempo, dei cambiamenti, non solo del senso comune, ma anche delle consapevolezze individuali e sociali, continua e ineguagliabilmente complessa, dei linguaggi verbali, immaginari  e multimediali, che sempre più somiglia ad un caleidoscopio, dove tutto riesce ed incastrarsi col tutto, costituendo un universo di segnali e di segni, che poi finiscono per avere un codice qualsiasi, che rivoluzioni, anche solo per un attimo, il nostro comune senso della percezione, oppure costituisce un nuovo modo di sentire, senza più ritorno, separando nettamente, un prima da un dopo. Queste le nuvole che sono sotto i nostri occhi, metafora e speculum dell’esistenza umana, esse lambiscono  i nostri sensi, con tanta soffice delicatezza, così diversa dalle violenze a cui siamo antropologicamente abituati, che rischiano di passare inavvertite, mentre sconvolgono e continuano a sconvolgere i più consolidati parametri, su cui si fondano i nostri paradigmi conoscitivi, quelli che ci permettono di mettere in questione noi stessi e il mondo, l’infinitamente piccolo e invisibile, che si conferma come la fonte più sicura delle informazioni che riguardano noi tutti e l’universo che sta sotto gli atomi, fino ad ipotizzare che in questa direzione potremo scoprire l’origine stessa dell’universo e già parliamo di una prossima conoscenza dei cosiddetti mattoni di Dio, mentre l’infinitamente grande e  altrettanto invisibile, si mostra sempre più come il distendersi vettoriale verso il sistema solare e verso le mete intergalattiche, ipotizzando cronologie dell’ordine di miliardi di anni luce e velocità che superino quella della luce. Ammirare le opere della Benzi, per noi significa capire che siamo come le nuvole, pronti a trasformarci continuamente, anche in senso fisico, vista la capacità chimica (e oggi diremo anche clinica) di intervenire sulla forma, attenuandone o modificandone la morfologia e variare al variare del tempo, adattando le nostre caratteristiche culturali, morali ed etiche in modo da non essere travolti dalla corrente continua degli eventi, delle progettualità e delle derive e seguire le trasformazioni, in modo da esser sempre in sintonia, in sincronia, il che vuol dire anche in critica e in dissenso, con quello che accade, nel reale e nel virtuale, per non essere preda di teorie superate, di linguaggi mitizzati, di retoriche rituali, tutte quelle cose che in passato hanno presieduto alla nascita, alla crescita, al declino e alla morte delle civilizzazioni e delle civiltà.

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    Escluse le posizioni  di apocalitticiintegrati, che appartengono a due estremismi dogmatici, che non riescono a leggere le conservazioni e le trasformazioni, come insuperabili molecolarità della vita materiale e delle sue proiezioni culturali, in continua interazione tra il reale e il virtuale e viceversa, i primi destinati ad essere spazzati via dalla storia, i secondi  impastati tra infrarossi e ultravioletti, tutte le altre posizioni, sono accettabili e direi necessarie, per coltivare le memorie del passato e farle diventare energie della vita, ricordando che tutti gli innovatori, anche quelli oggi santificati, sono stati o pazzi o eretici e spesso le due cose insieme. Le nuvole della Benzi sanno stare insieme, si impalmano, si fondono, si corteggiano, si adagiano al cielo come nel Pantheon. Pantheon in religione, come luogo della reciproca riconoscibilità in cui si può stare gli uni accanto agli altri, senza infastidirsi reciprocamente, senza considerare la diversità come un difetto, anzi considerandola come un plus, quasi una perfezione. Un luogo sintesi di tutti i luoghi, dove non è necessario avere padrini, ma basta esserci, occupando il proprio posto e rispettando quello degli altri, anzi facendosene garante.

    Giovanna Benzi dipinge il sublime, erede, nel suo grande contenitore indicibile ed ineffabile, delle misure della bellezza, della libertà espressionistica, dell’emozione, della gestualità, del nomadismo, della sperimentazione, della teatralità della scena, del segreto di un laboratorio sapienziale e facturale, del grande teatro che è sopra di noi e della sua immensa volta celeste, conturbante aura fantastica e cappa insostenibile, caratterizzata, rizomaticamente ed atmosfericamente dalle nuvole.

    Esse si configurano come un grande contenitore, informe, elastico, pronto ad assumere la forma di tutto quello che contiene dentro, cambiando di continuo il loro modo di apparire, la loro transeunte morfologia, fatta di tutte le imperfezioni e le titubanze che vengono a scontrarsi, quando tutto è stasi e sembra movimento, quando tutto è movimento e sembra stasi.

     

    Pasquale Lettieri

     

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